Pasquale Condello, detto "il supremo", è stato un boss della 'Ndrangheta, originario di Archi, quartiere di Reggio Calabria. Considerato uno dei capi storici e più influenti dell'organizzazione criminale calabrese, Condello ha esercitato un potere considerevole per decenni.
La sua influenza si estendeva su ampie aree della Calabria, con interessi nel settore delle costruzioni, degli appalti pubblici e del narcotraffico. Condello era noto per la sua abilità strategica e la sua capacità di mantenere l'unità all'interno della cosca, nonostante le rivalità interne.
Condello è stato latitante per oltre vent'anni, sfuggendo a numerosi blitz e operazioni di polizia. Durante la sua latitanza, ha continuato a dirigere le attività della sua cosca, impartendo ordini e prendendo decisioni strategiche.
La sua cattura è avvenuta nel febbraio 2008, in un'abitazione di periferia a Reggio Calabria. La sua arrestazione ha rappresentato un duro colpo per la 'Ndrangheta, sebbene non ne abbia decretato la fine.
Successivamente alla cattura, Condello è stato condannato a diverse pene detentive per associazione mafiosa, omicidio e altri reati. La sua figura rimane un simbolo della potenza e della pervasività della 'Ndrangheta nel tessuto sociale ed economico calabrese.
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